COS’È E COME RICONOSCERLA
Si parla di bulimia nervosa quando:
- Vi sono ricorrenti abbuffate; un’abbuffata è caratterizzata da: 1) mangiare in un periodo di tempo circoscritto una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo e in circostanze simili; 2) senso di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio ( ad esempio sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando);
- Vi sono ricorrenti comportamenti di compenso volti a prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso-uso improprio di lassativi, diuretici o altri farmaci; digiuno o esercizio fisico eccessivo;
- Le abbuffate compulsive e l’utilizzo improprio di mezzi di compenso avvengono in media almeno una volta a settimana per un periodo minimo di tre mesi;
- La valutazione di sé è inappropriatamente influenzata dalla forma e dal peso del corpo.
CHI COLPISCE
La Bulimia nervosa è diffusa in modo prevalente nelle società occidentali con una prevalenza nelle donne tra i 16 e i 35 anni.
Le persone colpite sono generalmente normopeso o leggermente sovra/sottopeso, a causa delle condotte eliminatorie dopo episodi di abbuffate.
SIGNIFICATO RELAZIONALE
Se nell’anoressia il controllo esasperato del cibo viene visto come difesa rispetto a sentimenti angoscianti di impotenza e depressione, nella bulimia questa difesa “non tiene” dal momento in cui la disperazione si fa più pesante.
Nella bulimia nervosa, infatti, il minor controllo sul comportamento alimentare scaturisce in abbuffate compulsive, che inizialmente riducono il senso di ansia e calmano i vissuti emotivi spiacevoli, ma subito dopo provocano nella paziente senso di colpa e angoscia che portano al desiderio di autopunirsi attraverso i comportamenti di eliminazione del cibo ingerito. Si crea così un circolo vizioso: dieta, abbuffata, eliminazione, dieta.