COS’È E COME RICONOSCERLA
Si parla di anoressia nervosa quando:
- Si è di fronte ad un significativo “basso peso” corporeo (peso minore del minimo normale) relativamente all’età, sesso, evoluzione dello sviluppo e salute fisica.
- Vi è un’intensa paura di aumentare di peso o di ingrassare (persistenza di diete ferree anche quando la corporatura risulta scheletrica).
- Vi è un’anomalia nel modo in cui è percepito il peso e la forma del proprio corpo (distorsioni cognitive significative nella percezione del proprio corpo).
- Nelle donne scomparsa del ciclo mestruale (almeno 3 cicli consecutivi).
Vi sono due tipi di anoressia nervosa:
- Anoressia di tipo restrittivo: perdita di peso dovuta alla limitazione del consumo di cibo, assunzioni di minime quantità di cibo o assunzione normale seguita da duro e continuo esercizio fisico.
- Anoressia con abbuffate/condotte di eliminazione: perdita di peso attraverso abbuffate seguite da condotte di eliminazione mediante l’induzione del vomito, abuso di lassativi, diuretici.
Le persone anoressiche cercano in ogni modo di rimanere magre e la loro autostima dipende totalmente dal successo nel perdere peso.
CHI COLPISCE?
Il 90% delle persone colpite appartiene al sesso femminile; i maschi costituiscono tutt’ora una minoranza, anche se in aumento. L’età d’esordio del disturbo è compresa tra i 14 e i 25 anni, con un doppio picco di maggiore frequenza a 14 e a 18 anni; negli ultimi tempi sono stati diagnosticati casi a incidenza più tardiva, dopo i 20- 30 anni. È una patologia che colpisce soprattutto la popolazione occidentale, mentre è molto rara nei paesi in via di sviluppo, dove non esiste una forte pressione sociale verso la magrezza. Attualmente è distribuita in modo omogeneo nelle varie classi sociali. In alcune categorie occupazionali l’anoressia nervosa sembra essere molto frequente; i casi tipici sono le professioni che rientrano nel mondo della moda e della danza.
SIGNIFICATI RELAZIONALI
L’esordio del disturbo è caratterizzato dalla comparsa di un’eccessiva preoccupazione per il peso, le forme corporee e da un’estrema necessità di controllare l’alimentazione che porta la ragazza/o ad iniziare una dieta. La letteratura mostra come spesso sia innescato da alcuni fattori precipitanti come, ad esempio, separazioni e perdite, modificazioni dell’equilibrio familiare, nuove richieste dell’ambiente in cui si vive (scuola, vita affettiva…), malattie fisiche ed inizio della pubertà.
Il sintomo anoressico rappresenta un tentativo difensivo con il quale la ragazza può tenere a bada un forte disagio sottostante, sentimenti depressivi, di disvalore e di sfiducia in sé stessa che minacciano di sopraffarla. Il controllo sul cibo fa sentire la persona colpita da anoressia capace di dominio su sé stessa, in grado di combattere il senso di fame, e quindi potente, forte.
Uno dei principali obiettivi della presa in cario psicoterapeutica è la comprensione dell’origine di tali vissuti, cercata nella storia personale e relazionale della paziente, grazie al coinvolgimento della propria famiglia d’origine.
Una volta iniziata la dieta ferrea, alcuni fattori perpetuanti tendono a favorire il mantenimento e la cronicizzazione del disturbo, tra cui sensazioni di successo, valore, orgoglio e superiorità e l’incremento del senso di autocontrollo.
Un consenso diffuso esiste anche sull’importanza dei fattori socioculturali nel favorire lo sviluppo di questo disturbo, ed in particolare sul ruolo pernicioso esercitato dalla nostra cultura che associa la magrezza alla bellezza e al valore personale.