Adolescenza: “terra di mezzo”
L’adolescenza è un periodo assai complesso della vita di ciascuno di noi, ricco di cambiamenti e nuove conquiste. L’adolescente si trova a vivere in una sorta di “terra di mezzo” tra il bambino che era e l’adulto che ancora non è. Scuola e gruppo dei pari sono i due referenti extra familiari nei quali gli adolescenti sperimentano la loro capacità di riuscita e di affermazione e realizzano il loro desiderio di libera socialità. La famiglia, d’altra parte, continua a fornire il supporto emotivo e lo spazio protetto perché l’adolescente acquisisca le abilità e le competenze per il suo inserimento sociale e funge da guida nella progettazione del futuro.
Quando parliamo di adolescenza?
Con adolescenza ci si riferisce al periodo di transizione tra l’infanzia e la vita adulta, corrispondente ad un arco di anni piuttosto ampio. L’inizio dell’adolescenza può essere collocato all’incirca tra i 10 e i 12 anni per le femmine e tra gli 11 e i 13 anni per i maschi, mentre la conclusione viene fatta coincidere per entrambi con i 18 anni, allorché l’individuo acquisisce le responsabilità dell’adulto.
Quali i cambiamenti?
Molteplici sono i cambiamenti, a livello fisico, cognitivo e relazionale. L’infanzia viene pian piano abbandonata e si cominciano a delineare caratteristiche più vicine al mondo degli adulti. Questi cambiamenti possono essere eventi critici per il ragazzo e la sua famiglia e trasformarsi talvolta anche in problemi di forte intensità.
· Cambiamenti somatici: la pubertà
Le modificazioni osservabili nella pubertà possono essere raggruppate in due grandi categorie: la prima corrisponde al cosiddetto “scatto di crescita” che accomuna maschi e femmine in un rapido e improvviso aumento dell’altezza e del peso; la seconda alla piena maturazione dei caratteri sessuali che sancisce la differenziazione di genere maschile e femminile. Sul piano dello sviluppo fisico si assiste ad una forte accelerazione, mai sperimentata prima, nella crescita staturale e alla maturazione del sistema riproduttivo. Le rapide trasformazioni fisiche rendono ora, all’improvviso, sconosciuto il corpo all’adolescente e rischiano di mettere alla prova le capacità di adattamento dell’adolescente, in quanto inducono il problema del confronto con i coetanei in un’età in cui le qualità fisiche e le abilità motorie rappresentano una fonte di valutazione della personalità propria e altrui. Al di là delle differenze individuali, emerge un bisogno generalizzato tipico dell’adolescente di comprendere e di assimilare le modificazioni fisiche, e questo spesso avviene sia attraverso il continuo ricorso alla propria immagine allo specchio sia attraverso il confronto con gli altri.
La “mentalizzazione” del corpo intesa come riflessione sul corpo comincia ad affacciarsi in adolescenza unitamente a paure che rimandano alla complessità del rapporto mente corpo. La presenza di lievi difetti fisici, o di caratteristiche personali vissute come difetti, può diventare fonte di forte e ingiustificata preoccupazione dando luogo a quella paura chiamata dismorfofobia, che consiste nella convinzione di avere qualcosa di anomalo nel proprio aspetto a cui si associa il pensiero doloroso di apparire brutti agli occhi altrui.
· Identità: chi sono?
Portare a compimento il processo di formazione dell’identità personale è uno dei compiti fondamentali dell’adolescenza. I ragazzi si impegnano attivamente nella ricerca di esperienze e situazioni nelle quali mettersi alla prova. Si sviluppa così un’idea di sé cercata, testimoniata dallo spiccato interesse per la vita di relazione, per le amicizie, per le prime relazioni sentimentali, mentre recedono sullo sfondo le attività note e la sicurezza degli affetti famigliari.
· Lo sviluppo cognitivo
Ulteriore conquista in adolescenza è la capacità di pensare in termini di possibilità anziché di semplice realtà concreta. Tali importanti abilità cognitive, anche se non vengono pienamente esercitate in modo ragionato o compiutamente acquisite, esercitano una certa influenza sullo sviluppo dell’autoconsapevolezza e della percezione di sé. Si impone anche il desiderio, tipico nell’adolescenza, di scoprire il piacere della discussione e dell’esercizio delle capacità critiche. L’esercizio del pensiero si esplica anche nella propensione a sottoporre ad una critica serrata e incessante le proprie e altrui opinioni, elementi che favoriscono l’introspezione e la coscienza di sé. Anche il pensiero narrativo si evolve nel corso dello sviluppo e in adolescenza consente la produzione di storie dalla trama complessa.
· Il gruppo dei pari
Il gruppo, di grande importanza per l’equilibrio ed il benessere personale in adolescenza, si costituisce come spazio di confronto e rispecchiamento, con sue regole specifiche spesso in opposizione a quelle del mondo degli adulti. Il modo in cui relazionarsi al gruppo cambia nel tempo. Possiamo idealmente suddividere l’adolescenza in due fasi: la prima e la tarda adolescenza.
– la prima fase si stabilizza all’incirca tra i 10 e i 12 anni e vede la costruzione di gruppi dello stesso sesso. In questo momento l’altro rappresenta lo specchio di sé. L’essere parte del gruppo aiuta a superare le angosce relative alla propria identità sessuale attraverso una chiara distinzione dei sessi. All’altro gruppo, costituito da individui di sesso opposto, si tende ad attribuire caratteristiche negative o indesiderabili.
– la seconda fase, più tardiva, prevede la formazione del gruppo misto. L’appartenenza al gruppo che nasce da un iniziale bisogno di affiliazione, condivisione e approvazione si trasforma poi in bisogno di appartenenza. Abitualmente si distinguono diverse forme di aggregazione giovanile differenziate in gruppi formali, nei quali esiste un’integrazione stretta con le istituzioni (gruppi sportivi, politici e religiosi) e una sostanziale adesione ai valori che li ispirano, e gruppi informali tendenzialmente slegati dalle istituzioni e luogo di espressione di tendenze più personali.
Adolescenza: una sfida per l’intera famiglia tra appartenenza e separazione
L’adolescenza rappresenta una fase critica e delicata per l’intero sistema familiare che ora, ancor più che nelle fasi precedenti, deve affrontare il delicato compito di integrare la legittima esigenza d’indipendenza e autonomia dei figli con la coesione degli affetti e con la negoziazione di nuove regole di rapporto. Due sono gli importanti processi: il primo, l’individuazione propria dell’adolescente che si esprime nella sua propensione ad autonomizzarsi dai legami famigliari, e il secondo, la differenziazione, propria dell’organizzazione famigliare e dal quale dipende il maggiore o minore grado di flessibilità nel consentire l’indipendenza dei suoi membri. Nel complesso intreccio delle relazioni famigliari, lo stile personale con cui i genitori entrano in relazione con i figli adolescenti gioca un ruolo importante nel favorire la competenza sociale e il processo di sviluppo dell’identità.
Il disagio adolescenziale
I cambiamenti a cui va incontro l’adolescente rappresentano dei “compiti di sviluppo” per i quali talvolta sia il ragazzo/a che la sua famiglia risultano impreparati. Il complesso processo evolutivo porta a rompere la condizione di equilibrio che si era stabilita nell’infanzia, portando instabilità e insicurezza. A volte le difficoltà e il disagio sono tali da compromettere il funzionamento psichico della persona, dando luogo ad una sofferenza che spesso gli adolescenti non riescono ad esprimere in modo chiaro. È importante quindi individuare eventuali segni di difficoltà al fine di prevenire la comparsa di una patologia.
Alcuni segnali di disagio possono essere, ad esempio, frequenti sbalzi d’umore, apatia, abbassamento del rendimento scolastico, chiusura verso il mondo esterno e le relazioni amicali, comparsa di sintomatologia ansiosa e attacchi di panico, atteggiamenti di sfida, aumento dell’aggressività, comparsa di Disturbi del comportamento alimentare.
Non sempre i genitori sono in grado di comprendere cosa avviene nel corpo e nella mente del proprio figlio. Gli adolescenti mostrano difficoltà a comunicare con gli adulti, ma anche questi ultimi manifestano la medesima difficoltà a comunicare con i ragazzi, ad accettare il loro cambiamento, a rispondere positivamente ai nuovi bisogni, spesso contraddittori, di autonomia e protezione.
Dal momento che alcune manifestazioni emozionali e comportamentali possono essere transitorie e dipendenti dal contesto, durante la consulenza psicologica, effettuata con la presenza e la collaborazione della famiglia, i terapeuti formuleranno delle ipotesi rispetto alla comparsa del disagio, aiutando l’adolescente e i suoi familiari a comprendere i propri bisogni e a ricostituire un dialogo tra tutti gli attori in gioco.